E più i giorni passano, più mi vengono dubbi. Sono davvero in grado di affrontare e sfruttare un'esperienza del genere? Ne sono all'altezza?
E ancora mi chiedo, che razza di persona sono? Chi sono? In quest'ultimo periodo sono confusa, non mi capisco. Tendo a chiudermi in me stessa quando sto con un gruppo di persone. Tendo a stare zitta, muta, come se volessi quasi sparire. Ogni volta che apro bocca, mi chiedo: 'Perché l'ho detto? Perché lo penso o perché è quello che gli altri si aspettano?' E ormai questa è diventata la domanda che mi faccio più frequentemente, forse troppo spesso.
Sono sempre stata una ragazza riservata, ma mi sembra di diventarlo sempre più con il passare del tempo e non voglio. Non voglio ma allo stesso tempo non faccio nulla per cambiare la situazione.
E' questo il mio difetto più grande: sono bravissima a fare la saggia della situazione, do bellissimi consigli a chi mi chiede aiuto ma poi? Sono la prima che si lamenta ma che non fa nulla per migliorare.
Per questo mi chiedo se passare 5 mesi fuori da casa, dovendo quindi rifarmi una vita lontana da casa, sia la cosa giusta per me. Non lo so, da una parte so che mi aiuterebbe a crescere, ma dall'altra ho una paura tremenda di passare 5 mesi bagnando ogni notte il cuscino aspettando solo il ritorno a casa. Non lo so. Non so più cosa pensare.
Sono davvero una bella persona come alcune persone mi hanno detto? Cos'ho che effettivamente mi rende bella?
Scusate per questo post un po' troppo lamentoso e ben poco felice ma mettere per iscritto i miei sentimenti in qualche modo mi alleggerisce.
Alla prossima,
Giada
sabato 18 aprile 2015
martedì 14 aprile 2015
91 days to go...
Mancano novantun giorni alla tanto desiderata e temuta partenza per la Terra degli Aborigeni e la cosa comincia paurosamente a farsi sempre più concreta e reale. In questi ultimi mesi, passati in un batter d'occhio, ho pensato molto all'Australia e a ciò in cui mi sono imbarcata, ignara di molte cose e allo stesso tempo con la mente sognante, ma vedevo la mia partenza come una cosa irreale, astratta, lontana, quasi come se non mi coinvolgesse direttamente. Solo negli ultimi giorni ho capito veramente che sto per trascorrere circa cinque mesi lontana da casa, dalla famiglia, dagli amici e dalla scuola. Cinque mesi non sono tanti, è vero, ma non sono nemmeno pochi e, il fatto di non avere mai vissuto un'esperienza simile, devo dire che mi agita e intimorisce non poco. Allo stesso tempo, però, non vedo l'ora di partire e di cavarmela finalmente da sola, imparando a contare solamente su me stessa, usando solo le mie gambe, senza dover dipendere da mamma e papà.
Più ci penso e più mi rendo conto che ho preso la decisione giusta, che cambiare radicalmente posto per un periodo di tempo più o meno lungo, ripartendo da zero, costruendomi una nuova vita giorno dopo giorno, è la cosa più giusta per me in questo momento della crescita. Sono sicura che mi aiuterà a conoscere meglio me stessa, a credere di più nelle mie capacità, ad imparare a non dare nulla per scontato e so che mi renderà più forte.
So tutte queste cose perché mi conosco e so di non avere un carattere forte. So che ho bisogno di staccare definitivamente quel cordone ombelicale che fino ad oggi mi legava a mamma. So che è la cosa giusta da fare, anche se all'inizio mi farà stare male.
Non sono una ragazza particolarmente estroversa e ho i miei tempi per ambientarmi e stringere nuove amicizie. Non so quel tipo di ragazza che in dieci, massimo venti minuti si è già fatta dieci amici. Sono una ragazza riservata, non di quelle espansive, e ci metto un po' prima di legare con una persona. Ma le amicizie che stringo, nove volte su dieci sono vere amicizie e riesco a mantenerle nonostante il passare del tempo. Fortunatamente ho avuto poche delusioni in materia di amicizie e sono grata degli amici che ho, perché sono veri e nonostante tutto, ci sono sempre stati per me e mi hanno dimostrato in mille e uno modi diversi il bene che mi vogliono. Si possono contare sulle dita di una mano, si, ma sono amici veri. Tutti gli altri sono più che altro conoscenti, gente con cui mi trovo bene e con cui passo volentieri il tempo, ma che non frequento al di fuori dell'ambiente scolastico. Per questo so che la mia decisione di partire, resa possibile dai miei genitori ai quali sarò eternamente e immensamente grata, è la decisione migliore che potessi prendermi.
Dico sempre che l'unica cosa che voglio è essere felice, che non mi interessa avere un cellulare all'ultima moda se poi non ho nessuno da chiamare e con cui parlare. Ho sempre detto che le cose che contano, non sono percepibili nè con la vista nè con l'udito. L'ho sempre detto e ne sono tutt'ora convinta. La cosa che però ho capito solo da poco è che la felicità non busserà mai alla mia porta da un giorno all'altro e non stravolgerà la mia vita senza che io muova un dito. La felicità me la devo guadagnare, cercando di migliorare giorno dopo giorno e cercando di sfruttare la mia vita. Ho capito che il destino esiste, ma che non ci si deve affidare a lui, perché siamo noi i padroni delle nostre vite.
Ho capito tante cose riflettendo; ora non mi resta che metterle in pratica.
Giada
Più ci penso e più mi rendo conto che ho preso la decisione giusta, che cambiare radicalmente posto per un periodo di tempo più o meno lungo, ripartendo da zero, costruendomi una nuova vita giorno dopo giorno, è la cosa più giusta per me in questo momento della crescita. Sono sicura che mi aiuterà a conoscere meglio me stessa, a credere di più nelle mie capacità, ad imparare a non dare nulla per scontato e so che mi renderà più forte.
So tutte queste cose perché mi conosco e so di non avere un carattere forte. So che ho bisogno di staccare definitivamente quel cordone ombelicale che fino ad oggi mi legava a mamma. So che è la cosa giusta da fare, anche se all'inizio mi farà stare male.
Non sono una ragazza particolarmente estroversa e ho i miei tempi per ambientarmi e stringere nuove amicizie. Non so quel tipo di ragazza che in dieci, massimo venti minuti si è già fatta dieci amici. Sono una ragazza riservata, non di quelle espansive, e ci metto un po' prima di legare con una persona. Ma le amicizie che stringo, nove volte su dieci sono vere amicizie e riesco a mantenerle nonostante il passare del tempo. Fortunatamente ho avuto poche delusioni in materia di amicizie e sono grata degli amici che ho, perché sono veri e nonostante tutto, ci sono sempre stati per me e mi hanno dimostrato in mille e uno modi diversi il bene che mi vogliono. Si possono contare sulle dita di una mano, si, ma sono amici veri. Tutti gli altri sono più che altro conoscenti, gente con cui mi trovo bene e con cui passo volentieri il tempo, ma che non frequento al di fuori dell'ambiente scolastico. Per questo so che la mia decisione di partire, resa possibile dai miei genitori ai quali sarò eternamente e immensamente grata, è la decisione migliore che potessi prendermi.
Dico sempre che l'unica cosa che voglio è essere felice, che non mi interessa avere un cellulare all'ultima moda se poi non ho nessuno da chiamare e con cui parlare. Ho sempre detto che le cose che contano, non sono percepibili nè con la vista nè con l'udito. L'ho sempre detto e ne sono tutt'ora convinta. La cosa che però ho capito solo da poco è che la felicità non busserà mai alla mia porta da un giorno all'altro e non stravolgerà la mia vita senza che io muova un dito. La felicità me la devo guadagnare, cercando di migliorare giorno dopo giorno e cercando di sfruttare la mia vita. Ho capito che il destino esiste, ma che non ci si deve affidare a lui, perché siamo noi i padroni delle nostre vite.
Ho capito tante cose riflettendo; ora non mi resta che metterle in pratica.
Giada
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